Na lengua che taia e che cusis
 

NA LENGUA CHE TAIA E CHE CUSIS
(stagione 1994 – 1995) (ried. Stagione 1999 – 2002)


La commedia, in dialetto bellunese, trae ispirazione dalle gesta, tramandateci dalla tradizione orale, di alcune persone realmente vissute a Soverzene in un lontano passato.

            Anzitutto dalla figura delle vecchie sorelle zitelle appartenenti alla famiglia dal soprannome “Oche”, così chiamate di conseguenza. Poi da quella del Noro, di cui si è persa la memoria della vera identità ma è rimasto vivo il ricordo di come si sia meritato questo ironico soprannome in quanto, forestiero, dopo il matrimonio con una ragazza del luogo si era stabilito in casa della moglie, contrariamente a quella che era l’usanza del tempo.

            Ma la cosa curiosa, che ci fa pensare come queste persone abbiano avuto effettivamente delle particolarità, positive  negative che fossero, è il fatto di aver lasciato un segno anche nella toponomastica del paese, dove esistono ancora la “Piaza de le Oche”  e lo Strop del Noro”, il frutteto dove cresceva il suo amato albero di fichi.

            Ed ecco i vari personaggi, che rappresentano una vasta gamma di caratterizzazioni, muoversi all’intermo di una trama scandita dai pettegolezzi delle Oche (loro principale occupazione), che naturalmente ingigantiscono e deformano la realtà, mentre il Noro, ruvido e scontroso, che proprio per questo non attira molte simpatie, è impegnato a scoprire il misterioso sconosciuto che lo prende in giro rubandogli i fichi

            In questo contesto si inseriscono l’ostacolata storia d’amore  tra Catina, figlia del Noro, e Jovanin, povero casaro, che sembra destinata ad un’amara soluzione, e le vicissitudini di Zeleste “Roso” e di sua moglie Catina, vittime delle Oche impiccione. Ma moli colpi di scena movimentano la vicenda, per cui nulla si dovrà dare per scontato fino alla fine.

            Trattandosi di una commedia dialettale, il testo, nella migliore tradizione dell’autrice, attinge a piene mani ad espressioni caratteristiche, proverbi e modi di dire tramandataci sempre dalla tradizione orale.



 

 

 

 
 
 
 
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